Dott.ssa Veronica Di Gaetano
L’alimentazione biologica è diventata sempre più popolare negli ultimi anni, grazie alla crescente consapevolezza dei consumatori riguardo alla salute e alla sostenibilità ambientale. Una delle questioni centrali nel dibattito tra alimenti biologici e convenzionali riguarda il contenuto di nutrienti benefici per la salute, in particolare i polifenoli e le sostanze antiossidanti.
I polifenoli sono una vasta famiglia di composti chimici naturali presenti nelle piante, noti per le loro proprietà antiossidanti. Gli antiossidanti, a loro volta, sono sostanze che possono prevenire o rallentare i danni cellulari causati dai radicali liberi, molecole instabili che possono portare a diverse malattie croniche, come il cancro e le malattie cardiovascolari. I polifenoli comprendono diverse sottoclassi, tra cui flavonoidi, acidi fenolici, stilbeni e lignani, ciascuna con specifici benefici per la salute.
Numerosi studi hanno esaminato la differenza di contenuto di polifenoli e antiossidanti tra alimenti biologici e convenzionali. I risultati indicano generalmente che i prodotti biologici tendono a contenere quantità superiori di questi composti benefici. Vediamo perché:
- Tecniche Agricole: L’agricoltura biologica vieta l’uso di pesticidi sintetici e fertilizzanti chimici, favorendo invece l’utilizzo di fertilizzanti naturali e la rotazione delle colture. Queste pratiche possono indurre le piante a produrre più polifenoli e altri antiossidanti come meccanismo di difesa naturale contro parassiti e malattie. Inoltre, l’uso di compost e altre pratiche biologiche arricchisce il suolo di nutrienti essenziali, migliorando la qualità nutrizionale delle piante.
- Stress della Pianta: Le piante coltivate biologicamente sono spesso esposte a maggiori stress ambientali, che possono stimolare la produzione di composti difensivi, tra cui i polifenoli. Ad esempio, una leggera carenza idrica può indurre la pianta a produrre più antiossidanti per proteggersi.
- Varietà e Biodiversità: Le colture biologiche tendono a privilegiare varietà di piante tradizionali e meno commerciali, che possono avere naturalmente un contenuto più elevato di polifenoli rispetto alle varietà convenzionali, selezionate per produttività e resistenza. La diversità genetica promossa dall’agricoltura biologica contribuisce anche a una maggiore resilienza delle piante, migliorando ulteriormente la qualità nutrizionale.
Le piante non biologiche potrebbero essere paragonate a bambini cresciuti in un ambiente protetto e sovralimentati, che non hanno sviluppato a pieno le proprie difese naturali (polifenoli) perché crescono senza affrontare sfide ambientali, come la presenza di insetti o malattie. I frutti saranno meno nutrienti e meno favorevoli al nostro intestino e alla nostra salute.
Questo paragone mira a illustrare come le piante biologiche, che devono resistere naturalmente agli insetti e alle malattie senza l’assistenza di pesticidi e fertilizzanti chimici, tendono a sviluppare più polifenoli e altri composti protettivi. Contengono infatti dal 20 al 40% in più di composti fenolici.
In altre parole, le piante non biologiche, pur crescendo più rapidamente e in apparenza più rigogliose, potrebbero non sviluppare gli stessi livelli di questi composti benefici per la salute rispetto alle piante biologiche. Inoltre spesso contengono quantità più elevate di sostanze chimiche potenzialmente dannose, come pesticidi e erbicidi. Questa maggiore esposizione a sostanze chimiche nei prodotti non biologici può avere implicazioni significative per la salute a lungo termine e il benessere generale. La crescente evidenza scientifica a supporto dei benefici nutrizionali degli alimenti biologici incoraggia i consumatori a fare scelte alimentari più consapevoli. Optare per cibi biologici non solo favorisce una migliore salute personale, ma sostiene anche pratiche agricole sostenibili che rispettano l’ambiente e promuovono la biodiversità.
Bio
La Dottoressa Veronica Di Gaetano è una Biologa Nutrizionista e Tecnologa Alimentare, docente a contratto in dietologia, allergie e intolleranze alimentari presso il dipartimento Dafne, Università degli Studi di Foggia. Rappresenta uno dei componenti del Cceps, Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie presso il Ministero della Salute.